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Neonato (1) L'alimentazione: latte materno, latte artificiale
Iniziamo una serie di post sul neonato, in cui troverete varie informazioni generali, che di solito noi pediatri diamo ai neo-genitori. Probabilmente, sono cose che avrete già sentito: ma può far comodo trovarle tutte scritte, se le voleste consultare.
Congratulazioni a tutti i neo genitori!
1^ post) Alimentazione: latte al seno, latte artificiale.
https://pediatrachicca.blogspot.com/2022/08/neonato-1-lalimentazione-latte-materno.html
2^ post) Rigurgito, ciuccio, vitamine.
https://pediatrachicca.blogspot.com/2022/08/neonato-2-rigurgito-ciuccio-vitamine.html
3^ post) Cacca e pipì.
https://pediatrachicca.blogspot.com/2022/08/neonato-3-cacca-e-pipi-coliche.html
4^ post) Coliche/pianto insistente.
https://pediatrachicca.blogspot.com/2022/08/neonato-4-coliche-e-pianto-insistente.html
5^ post) Nanna sicura.
https://pediatrachicca.blogspot.com/2022/08/neonato-5-nanna-sicura.html
6^ post) Cura del neonato: le cose base da sapere su pelle e ombelico.
7^ post) Le cose base da sapere su occhi, bocca, testolina.
8^ post) Le cose base da sapere su genitali, gambe e piedini.
9^ post) Segni di allarme a cui stare attenti. Raccomandazioni sul non scuotere i bambini.
10^ post) Le abilità del bambino nei primi 4-6 mesi di vita.
Questo è uno dei poster riassuntivi che ho creato per il mio ambulatorio! Nel testo, troverete tutti i dettagli.
IL LATTE MATERNO
Il latte materno è l’alimento migliore per il neonato, sia per il suo apporto nutrizionale, che per la presenza di anticorpi e altre molecole importanti per lo sviluppo del sistema immunitario.
Dal punto di vista nutrizionale, è importante sapere che l’organismo ha la capacità di adattare sia la quantità che la qualità del latte prodotto (più o meno “acquoso”), alle esigenze del bambino.
Il latte materno risulta spesso più digeribile, riducendo gli episodi di coliche, reflusso, stipsi, pur ricordandoci che sono tutte evenienze normali nei primi mesi di vita.
L’allattamento al seno è anche un fattore protettivo contro la SIDS, ovvero la morte improvvisa del lattante.
Per quanto riguarda la salute della mamma, alcuni studi hanno evidenziato che allattare al seno riduca il rischio di sviluppare tumore al seno, alle ovaie, osteoporosi, e ipertensione.
Il latte materno, infine, ha il vantaggio di essere sempre pronto, alla giusta temperatura, e gratuito.
L’inizio
Appena dopo il parto, il bambino può già provare ad attaccarsi al seno, prendendo qualche ml di “colostro”, ovvero il primo liquido che viene prodotto dal seno subito dopo il parto. La montata lattea vera e propria arriva di solito dopo 2-5 giorni, stimolata proprio dalla suzione al seno da parte del bimbo.
Per cui è fondamentale che il bimbo, nei primi giorni, stia tanto attaccato al seno, anche se sembra che “non esca nulla”: è proprio la frequente suzione al seno, infatti, che stimola l’arrivo della montata lattea.
Per le prime settimane, potete attaccarlo “a richiesta”, secondo le sue necessità. Se tende a dormire più di 4-5 ore, meglio cercare di svegliarlo e dargli da mangiare.
In seguito, dovrebbe prendere pian piano un ritmo, che vi permetta di distanziare le poppate di almeno 2-3 ore, e pian piano anche di più, soprattutto durante la notte. Non ci sono regole stringenti, comunque: dipende da bimbo a bimbo.
Anche per quanto dipende la durata della poppata, varia da bimbo a bimbo, e dall'età: i primi giorni e settimane di vita, può essere che stiano attaccati più a lungo. Di solito, comunque, all'incirca si sta 10-20 minuti per ciascun seno (totale circa 20-40 min).
L’attacco corretto
Chiedete consiglio ad un’ostetrica esperta in allattamento, sia in ospedale, sia presso i consultori pubblici disponibili sul territorio.
Di solito, quando il capezzolo sfiora le labbra o il lato della bocca del bimbo, questo stimola per lui un riflesso ad aprire la bocca, e prendere in bocca il capezzolo.
Per riuscire a succhiare bene, dovrebbe prendere in bocca non solo il capezzolo stesso, ma anche la parte inferiore dell’areola.
Deve essere posizionato in modo da poter prendere comodamente il seno senza dover alzare o ruotare la testa.
Ragadi, ingorghi, mastite
Soprattutto all’inizio dell’allattamento, e soprattutto con il primo figlio, è frequente presentare dei dolori al seno all’inizio dell’allattamento, o delle vere e proprie ragadi (dei taglietti sulla pelle del capezzolo).
Fortunatamente, questi problemi di solito tendono a risolversi da soli con il tempo, anche perché fisiologicamente il capezzolo si modifica per adattarsi all’allattamento.
E’ fondamentale controllare che l’attacco del bimbo e la postura siano corretti, anche con il consiglio di un’ostetrica, perché potrebbe essere proprio questa la causa delle ragadi.
Se soffrite di ragadi, non è necessario smettere di allattare, se il dolore non è per voi troppo forte. Può aiutare anche applicare delle creme a base di lanolina sul capezzolo, o utilizzare dei para-capezzoli.
Ricordiamo però che non tutte si trovano bene con i para-capezzoli, anzi, a qualche donna danno ancora più fastidio. Ci sono ostetriche che li raccomandano, altre no. Io ho trovato mamme per cui sono stati miracolosi, altre a cui non servivano a nulla: penso dipenda da persona a persona.
Qualcuno, infine, trova beneficio dall’applicare delle coppette in argento protettive tra una poppata e l’altra. Anche su questo, ho trovato persone che hanno riferito di averne avuto beneficio, altre per nulla.
Un altro disturbo che può capitare, è l’ingorgo, in cui il latte non riesce a sgorgare bene, e il seno diventa teso e dolente: in questo caso può aiutare cercare di spremere il latte, anche manualmente, per ridurre la pressione, e applicare degli impacchi caldi con delle pezzuoline bagnate per favorire la dilatazione dei dotti e la fuoriuscita del latte.
Se il seno diventa molto arrossato, duro e dolente e sale febbre, ci può essere una vera e propria infezione della ghiandola mammaria (mastite). In questo caso, è necessario parlarne con il vostro medico/ginecologo (può servire una terapia antibiotica) e con il pediatra (verosimilmente vi consiglierà di sospendere per qualche giorno l’allattamento, per non trasmettere l’infezione al bambino). In caso, è possibile comunque spremere il latte manualmente o con un tira latte, e poi buttarlo (sia per svuotare il seno e ridurre il fastidio, sia per mantenere la stimolazione a produrre latte).
Controindicazioni all’allattamento materno
L’allattamento al seno può essere controindicato se:
- Avete una brutta mastite, come visto prima.
- State assumendo farmaci incompatibili (chiedete sempre al vostro medico, o al pediatra, prima di assumere un farmaco). La domanda che mi viene fatta più spesso: i comuni anti dolorifici (paracetamolo, ibuprofene), si possono prendere.
- Avete alcune rare malattie infettive incompatibili con l’allattamento (ad esempio, l’HIV). In questo caso il vostro ginecologo e il pediatra al punto nascita vi informerà sul da farsi. Invece i comuni malanni come tosse e raffreddore, febbre, mal di gola, non controindicano l’allattamento, se non state così male da non riuscire ad allattare. Si consiglia solo di cercare di lavarsi bene le mani e, se riuscite, può essere utile anche indossare una mascherina per ridurre ulteriormente il rischio di trasmissione al bimbo.
Il mio bambino starà mangiando abbastanza?
Come abbiamo accennato prima, esiste un meccanismo di auto-regolazione che adegua la produzione di latte alle esigenze del bambino.
La suzione al seno da parte del piccolo, infatti, stimola il rilascio degli ormoni responsabili della produzione di latte.
Il meccanismo funziona più o meno così: il bimbo ha più fame -> succhia più voracemente -> il seno si attiva e produce più latte; al contrario, se il bimbo ha meno fame, e succhia meno.
Questo si chiama meccanismo “a feed-back”.
Fortunatamente questo meccanismo naturale, ottimizzato nei millenni e millenni di storia umana e di allattamento, di solito funziona benissimo; meglio di noi, quando ci mettiamo lì con la calcolatrice, a cercare di calcolare quanto dovrebbe mangiare un bambino.
Non potendo vedere la quantità esatta che il bimbo mangia, tuttavia, spesso si genera il dubbio. Ma starà mangiando abbastanza?
Per saperlo, possiamo monitorare queste cose:
- Se cresce bene di peso, ai controlli periodici effettuati dal pediatra o al consultorio
- Se fa regolarmente pipì almeno 4-5 volte al giorno
- Se dopo le poppate, di solito, sembra tranquillo, sazio, si addormenta
Nei casi dubbi, il pediatra vi potrebbe chiedere di:
- Monitorare il peso giornalmente.
- Eseguire delle “doppie pesate”: ovvero pesare il bambino, vestito, prima e dopo la poppata, per quantificare quanto latte prende esattamente.
Nella maggior parte dei casi, è sufficiente pesare il bambino ogni tanto, non tutti i giorni o a tutte le poppate (anche perché ci può essere grande variabilità tra una poppata e l’altra).
Il latte materno può essere scarsamente nutriente?
No, normalmente no. Può essere poco come quantità, ma una volta verificata la quantità, è rarissimo che sia scarso come “qualità nutritiva”.
In linea teorica, potrebbe essere possibile in caso di gravi malattie della mamma- è una cosa che comunque, per dirvi, a me in tanti anni non è mai capitata.
E’ molto diffuso invece il falso mito che il latte materno potesse essere “non nutriente”, “come acqua”: lo sento dire tante volte, anche al giorno d’oggi, “sì io avevo il latte, ma non era nutriente, era come acqua”.
Ma perché si è diffusa questa credenza?
Un po’ la paranoia dei genitori, un po’ le pressioni sociali, che tendono a far sentire spesso le mamme “inadeguate”; un po’ anche un aiutino da parte di alcune case produttrici (…indovinate di cosa).
Per chi volesse approfondire gli aspetti storici e le controversie legate all’utilizzo e al marketing del latte artificiale, c’è un post dedicato:
Posso dare un’aggiunta di latte artificiale, se temo che il mio bimbo non mangi abbastanza?
Ni.
- Se il bimbo presenta segni sospetti di scarsa alimentazione: cresce poco, fa poca pipì, dopo i pasti strilla incessantemente e sembra che voglia succhiare ancora, può essere utile parlarne con il pediatra, eseguire magari delle doppie pesate. Se si oggettiva una effettiva carenza di latte, sì, sicuramente è necessario dare una aggiunta di latte artificiale.
- Se il bimbo non presenta segni di scarsa alimentazione: cresce bene, fa tanta pipì, le doppie pesate indicano che assume una buona quantità di latte, magari piange, ma verosimilmente, in questo caso, per altre ragioni*: non è necessaria un’aggiunta.
*Curiosità: Un esempio tipico che mi capita spesso. Bimbo molto vorace, mangia tanto, velocemente, cresce come un vitellino, dopo i pasti presenta reflusso/rigurgito, e piange. I genitori si preoccupano, perché piange?? Arriva la nonna, che vi fa notare anche lei che il bimbo piange- grazie, avevamo notato!- magari perché ha fame? Dategli un bel biberon di latte artificiale!
La creatura mangia ancora, lo stomaco è già pieno, rigurgita ancora di più; in questo caso, il pianto e l'irritabilità non erano dovuti alla scarsa alimentazione, ma al reflusso fisiologico; infatti il bimbo cresce benissimo (anche troppo).
Naturalmente potete scegliere di utilizzare il latte artificiale, totalmente o in parte, per vostra preferenza, per ragioni organizzative, famigliari…
L’importante è che non cadiate nella preoccupazione infondata che “non mangi abbastanza”, magari perché ve l’ha detto la suocera, la vicina, e tutte le persone che sono sempre bravissime, in questi casi, ad impicciarsi in quello che state facendo.
Bisogna anche tenere in considerazione che riducendo l’intensità e le volte in cui il bimbo succhia al seno (perché date a volte anche il biberon di latte artificiale), partirà di conseguenza anche uno stimolo al vostro seno di produrre meno latte, secondo il meccanismo che abbiamo visto prima. Pertanto, utilizzare latte artificiale a sproposito può portare, effettivamente, ad una riduzione nella produzione di latte materno.
E’ possibile aumentare la produzione materna di latte?
Se avete oggettivato di avere poco latte, le prime cose che potete fare sono: cercare di attaccare spesso il bambino per stimolare il seno, verificare che l’attacco sia corretto, bere tanto, riposarvi e mangiare bene (in primo luogo, dovete prendervi cura di voi stesse, perché il vostro corpo abbia le energie e i nutrienti necessari per poter sfamare anche un'altra persona).
In aggiunta, se volete, si possono provare degli integratori/tisane volti a stimolare la produzione di latte. Non sono miracolosi, però possono dare un piccolo aiuto (esempi: Humana "piùlatte", Buona "Amantar").
Latte materno spremuto
Il latte materno si può anche spremere/tirare: a mano, o con un tira latte. Si può conservare in frigorifero; dipendentemente da dove è posizionato esattamente, da quanto è mantenuta costante la temperatura nel frigo, può durare da 1 a diversi giorni. Consiglio, se possibile, di usarlo entro 24-48 ore. Al massimo, 4-5 giorni.
In freezer, separato dal frigo, può essere conservato circa 3 mesi. Una svolta scongelato, va tenuto in frigo ed utilizzato entro 24 ore.
Tirare il latte può essere utile se la mamma si assenta, o comunque se per alcuni pasti il bimbo viene nutrito da qualcun altro, ma si vuole comunque approfittare del latte materno.
Infine, se invece per alcuni giorni non potete allattare il bambino (ad esempio perché assumete dei farmaci, o avete una mastite) ma poi volete riprendere, può essere utile tirare il latte e poi buttarlo, per mantenere il seno svuotato e mantenere la stimolazione a produrre latte in futuro.
Vi ricordo in ultimo che se avete del latte materno spremuto in eccesso, che non utilizzate, è possibile donarlo alle banche del latte, se vi fa piacere (contattate il punto nascita del vostro ospedale per avere maggiori informazioni). In questo modo potreste dare un aiuto a neonati prematuri e/o sottopeso, qualora per qualsiasi ragione la loro mamma non avesse latte. In questi piccolini, infatti, il latte materno è importante perchè è più digeribile, stimola il corretto sviluppo dell’apparato digerente e immunitario, e riduce il rischio di complicanze neonatali.
.........
IL LATTE ARTIFICIALE
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, potreste trovarvi ad utilizzare latte artificiale per varie ragioni: perché prendete dei farmaci, o soffrite di malattie incompatibili con l’allattamento, oppure perché avete oggettivato di avere poco latte (in questo caso parliamo di “ipogalattia”). Oppure, per vostra preferenza.
In ogni caso, sappiate che al giorno d’oggi i latti artificiali sono di buona qualità, e che devono rispettare degli standard nutrizionali adeguati per la crescita e lo sviluppo del bambino.
Il bimbo, pertanto, crescerà comunque bene, anche se mancano alcune funzioni specifiche del latte materno, come la trasmissione di anticorpi, che purtroppo ancora i latti artificiali non possono veicolare.
Ricordiamo infine che rispetto al latte materno, possono risultare un po' meno digeribili; per questo, come vedremo dopo, è meglio evitare di dare troppi pasti al giorno. Per questa ragione, anche l'incidenza di disturbi come rigurgito, coliche e stipsi, fisiologici nei primi mesi di vita, è maggiore nei bimbi allattati con latte artificiale, rispetto a quelli allattati al seno.
Esistono, comunque, alcuni latti "speciali", che vengono modificati in modo da cercare di ridurre l'incidenza di questi problemi, come vedremo nei prossimi paragrafi.
Quale latte scegliere?
Tutte le marche devono rispettare le indicazioni fondamentali sul contenuto di nutrienti, per cui, essenzialmente, vanno tutte bene.
Da 0 a 6 mesi bisogna utilizzare un latte “di tipo 1”, oppure che riporti esplicitamente da dicitura “0-12 mesi”.
Tra i 6 e 12 mesi invece può essere utilizzato invece un latte “di tipo 2”, o che riporti la dicitura “0-12 mesi”.
Dai 12 mesi, si può utilizzare il normale latte vaccino intero (oppure dei latti “di crescita”, “tipo 3”, “di proseguimento” che di solito sono arricchiti di minerali e vitamine- non sono strettamente necessari, comunque).
Tra una marca e l’altra possono esserci delle piccole differenze, volte a rendere il latte più o meno simile al latte materno, più o meno gustoso, più o meno digeribile: la preferenza varia anche da bimbo a bimbo, per cui bisogna provare, e vedere con quale vi trovate meglio.
Latti speciali: servono davvero?
Esistono molti latti “speciali”: anti stipsi, anti coliche, anti rigurgito… quasi tutte le marche, oltre ad i classici latti “di tipo 1” o “di tipo 2”, offrono anche dei latti cosiddetti speciali (appunto, anti rigurgito, anti stipsi, anti coliche, per il “comfort digestivo” ecc… spesso, anti stipsi/anti colica sono anche combinati in un unico prodotto).
Anche questi possono a loro volta essere divisi tra tipo 1 e tipo 2 oppure portare l’indicazione “0-12 mesi”.
Ma… funzionano?
Nella mia esperienza, devo dire che varia molto da bimbo a bimbo.
C’è chi riferisce un enorme beneficio con un determinato latte speciale, con una determinata marca, e chi riferisce che non cambia assolutamente nulla. Potete chiedere al pediatra, ad altri genitori, leggere tutti i blog che trovate su internet, ma la verità è che spesso dipende da bambino a bambino.
L’unico modo per sapere quale latte è il migliore per vostro figlio, se gli vanno bene tutti, o ne preferisce uno più di altri, è provare.
Nella mia esperienza, su coliche/stipsi si trovano più spesso benefici, piuttosto che sull’anti rigurgito. Le formulazioni anti rigurgito, a loro volta, verosimilmente perché sono più dense, sembrano a volte peggiorare la stipsi.
Esistono infine dei latti particolari, indicati nei bambini con diagnosi di allergia alle proteine del latte (latti vegetali, di riso, di soia… o con proteine estensivamente idrolizzate). Al contrario dei precedenti, che potete provare in autonomia, non vi consiglio di utilizzare questi latti se non sotto prescrizione medica.
Liquido o in polvere?
Come preferite: a livello nutrizionale è indifferente. Scegliete quello che vi è più comodo, o più conveniente. Di solito il latte liquido è più veloce da preparare, quello in polvere più economico.
Come si prepara il latte artificiale?
Quello liquido, è molto semplice: è già pronto. Va solo riscaldato a circa 36-37°C. Molti scalda-biberon hanno delle impostazioni automatiche per scaldarlo alla temperatura giusta. E’ buona norma comunque verificare con qualche goccia sulla nostra pelle, che non sia freddo, né bollente. Deve risultare tiepido.
Passiamo, quindi, al latte in polvere.
Intanto, un “dubbio atroce”: quale acqua usare?
In teoria, anche l’acqua del rubinetto va bene. In pratica, dipende dalla qualità dell’acqua di ogni singola città (tutte, comunque, dovrebbero rispettare determinati parametri di potabilità, e venire controllate spesso).
All’estero, in molti Paesi si utilizza bere normalmente acqua di rubinetto, e la si usa anche per preparare gli alimenti per neonati.
Detto questo, non potendo io analizzare l’acqua che esce da ogni singolo rubinetto, lo stato del vostro acquedotto e delle vostre tubature, la solerzia con cui vengono fatti i controlli, un giudizio 100% su tutte le acque di rubinetto, non lo posso dare.
Io personalmente non amo il sapore e la forte presenza di calcare nell'acqua della mia città: se posso, preferisco bere acqua in bottiglia, e pertanto la userei anche per preparare un latte artificiale. Ma è giusto dire che, scientificamente, non vi è un obbligo ad utilizzare acqua in bottiglia (in Italia, o in altri Paesi in cui vengano fatte regolari verifiche sulla potabilità dell’acqua da rubinetto).
Se usate acqua in bottiglia, tutte le acque vanno bene. Non è necessario ricorre ad acque particolari o costose.
Quanta polvere mettere?
1 misurino raso di polvere, in 30 ml di acqua.
Per cui potete preparare solo multipli di 30:
30 ml: 1 misurino
60 ml: 2 misurini
90 ml: 3 misurini
E così via. Quello che il bimbo non prende, potete buttarlo. Se il bimbo sembra molto affamato al termine del biberon, consultandovi anche con il vostro pediatra, preparatene 30 ml di più.
Non cercate di preparare mezzo misurino perché non si riesce a regolarsi con la giusta quantità di polvere.
Come si conserva il latte artificiale?
Verificate sempre sul vostro prodotto, però in linea di massima:
Il liquido, 24-48 ore in frigorifero dall'apertura della confezione.
La polvere, circa 10-14 giorni dall'apertura del barattolo (non necessariamente in frigo, ma in un luogo fresco e asciutto, meglio non sotto il sole). Una volta preparato, mescolato con l'acqua, si conserva circa 24-48 ore in frigorifero, se lo dovete preparare in anticipo. L'ideale sarebbe prepararlo di volta in volta.
Meglio non conservare invece il latte avanzato dal biberon dopo una poppata (né liquido, né preparato con la polvere), perché potrebbe essere colonizzato da germi.
Non è consigliabile, infine, di congelarlo.
Quanto latte deve bere un bambino?
E' piuttosto variabile. Per la prima settimana di vita di solito si cresce gradualmente di circa 10 ml al giorno, a partire dal primo giorno fino al settimo.
Successivamente, di solito facciamo un calcolo secondo il peso: all'incirca 150 ml x Kg di peso al giorno.
SI consiglia di suddividerlo in 6-7 pasti, non di più, perché è meno digeribile del latte materno.
Queste sono misure indicative, c'è molta variabilità da bimbo a bimbo. Anche per chi assume latte artificiale, valgono le stesse regolare viste per i bambini allattati al seno:
Se crescono bene, fanno tanta pipì, sembrano sazi e tranquilli dopo il pasto, verosimilmente stanno mangiando a sufficienza.
…………………
Dedico questo post ad un nuovo arrivato di questi giorni, il piccolo Giovanni, figlio di una mia cara amica di infanzia. Per l’occasione, mi sono finalmente decisa a pubblicare questa serie di post a tema neonato, che stavo scrivendo da tempo!
…………………
Grazie per l’attenzione finora, vi ricordo che potete trovare anche i successivi post della serie:
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