Nel post precedente abbiamo parlato del “plusmaterno”, come lo definirebbe la psicologa Laura Pigozzi, dei cosiddetti “genitori elicottero”, onnipresenti nella vita del figlio.
Qua parliamo invece dell’approccio opposto,
ovvero il “minusmaterno” (siano essi padri o madri), ovvero i genitori che sono
troppo poco presenti, troppo poco protettivi, troppo poco educativi, troppo
poco accudenti.
Un genitore può essere assente nel senso fisico
del termine, perché non c’è, non vive con figli, o perché è venuto a mancare.
Molte volte però, un genitore assente non è
fisicamente assente, ma piuttosto “poco coinvolto”. Potrebbe essere, nel caso
più tipico, un genitore che si dedica molto al lavoro, e ha poco tempo per la
famiglia.
Oppure, potrebbe essere un genitore che
attraversa una fase di depressione, di malattia fisica, una separazione, una
dipendenza, o un qualsiasi problema che non lo rende adeguatamente presente in
quel momento con i propri figli.
In casi estremi di negligenza, quindi, può
trattarsi di vere e proprie patologie psichiatriche, dell’abuso di droghe, di
disturbi di personalità…
Nei casi più lievi di “scarso coinvolgimento”, potrebbe
essere anche un genitore molto stanco, che non ce la fa più, sommerso da troppi
impegni.
A volte è un genitore solo che, in assenza
dell’altro partner, è sommerso da troppe responsabilità, e troppi impegni, a
cui deve fare fronte da solo, e non riesce a stare dietro alla famiglia come
vorrebbe.
Viceversa, a volte è un genitore che ha un
partner molto presente, e che tende a “delegare” la cura e l’educazione dei
figli principalmente all’altro partner, risultando scarsamente coinvolto in
prima persona.
Per qualsiasi ragione, quindi, è un genitore che
in quel momento non ha la volontà, il tempo, la forza, l’energia, o la
capacità, di essere davvero presente con i suoi figli, e di svolgere una
funzione educativa.
Dal punto di vista dei “capricci” e
dell’imposizione di regole, diversamente dai due stili genitoriali visti prima,
qua vedremo due possibilità:
più tipicamente, il bambino verrà semplicemente
ignorato, e la sua richiesta non verrà soddisfatta; oppure, verrà soddisfatta
solo per farlo stare zitto, e poi verrà ignorato di nuovo (in questo caso
sfociamo però in un ibrido genitore “poco coinvolto”/”permissivo stanco”).
Dal punto di vista emotivo, tipicamente le emozioni espresse dal bambino saranno ignorate, sminuite, non ci verrà dato peso.
I figli di classici genitori assenti o poco
coinvolti, possono reagire diversamente all’input che ricevono dai genitori,
anche in base al proprio carattere:
Inizialmente potrebbero sentirsi soli,
abbandonati; potrebbero iniziare fin da una tenera età ad essere molto
indipendenti, auto sufficienti, perché sanno che nessuno si preoccupa per loro.
A volte sono anche bambini tranquillissimi,
“molto maturi per la loro età”, molto indipendenti, fin da piccoli.
Se hanno fratelli minori, spesso se ne prendono
cura, diventando in un certo senso loro “gli adulti di casa”.
Altre volte invece sono bambini estremamente
capricciosi, lamentosi, casinisti, che cercano in ogni modo di attirare
l’attenzione (del genitore, ma anche di altri adulti che possano passargli
accanto).
Oscillano quindi da casi (o da momenti) in cui sono iper dipendenti e
chiusi in sé stessi, a momenti in cui cercando di attaccarsi disperatamente a
qualcun altro, sia esso il
genitore (senza riuscirci), o altre figure adulte che hanno intorno: la
maestra, l’istruttore di nuoto, la zia, un amico di famiglia, i genitori degli
amichetti…
Molte volte questi bambini osservano il mondo
intorno a loro, e si sentono di vivere in un altro universo rispetto ai
coetanei.
Vedono magari un bimbo viziato a cui i genitori
comprano tutto quello che desidera, mentre a loro manca qualsiasi cosa (a
volte, non sempre, c’è una disattenzione anche dal punto di vista delle
necessità economiche e materiali dei figli, altre volte, queste sono
soddisfatte, ma non quelle emotive).
Il figlio di genitori poco coinvolti potrà ad
esempio guardare con un misto di stupore e invidia verso i compagnetti che
hanno genitori affettuosi, e chiedersi se mai anche lui avrà qualcosa del
genere.
Potrebbe desiderare essere invitato spesso a
casa di amici, per osservare quel calore familiare che a lui manca
disperatamente.
A volte potrebbe anche stupirsi delle lamentele
di un amichetto che critica la severità dei propri genitori, che non gli
permettono di mangiare le patatine per cena; al figlio di genitori non
coinvolti potrebbe sembrare un problema di poco conto, anzi! Magari avesse
qualcuno che gli cucina una vera cena.
Da grande, invece, può a volte cominciare ad
apprezzare questa propria indipendenza, ed essere l’adolescente “idolo” del
gruppo: perché può tornare a casa tardi, può mangiare tutto quello che vuole,
magari ha spesso casa libera…
E, tendenzialmente, non vorrà condividere con i
compagnetti quanto in realtà ne soffre (o non lo ammette neanche a sé stesso).
I due filoni di reazione a questa mancanza del
genitore quindi sono essenzialmente: uno, il diventare super autonomi e indipendenti, ma spesso
a fronte di una chiusura verso gli altri, o due, il mettere in atto condotte a
volte “esplosive” o “ribelli” per attirare l’attenzione (in età
adolescenziale a volte anche legate alle droghe).
Dal punto di vista delle regole quindi passano
da essere perfezionisti che seguono regole severissime (che si auto impongono),
o ribelli che rifiutano qualsiasi regola e autorità.
Soprattutto, i figli di questo tipo di genitori
sono quelli che hanno più spesso problemi di tipo relazionale e di
attaccamento.
Essendo mancate loro le prime e fondamentali figure di attaccamento (i genitori), spesso sviluppano un attaccamento “non sicuro” verso gli altri.
Potrebbe essere un attaccamento di tipo “ansioso”,
dove hai sempre il timore che gli altri non ti ascoltino, non ti vogliano bene,
o vogliano abbandonarti.
Oppure, nei casi più gravi di assenza, un
attaccamento di tipo “evitante”, dove arrivi appunto ad elaborare la
mancanza del genitore fino al punto di fregartene: capisci che non la potrai
mai ottenere, e allora rinunci, ti rinchiudi in te stesso, e conti solo sulle
tue forze. A volte tendi a ripetere questo schema anche in età adulta: meglio
non fidarsi di nessuno, meglio non “lasciare entrare” nessuno nel tuo cuore.
Oppure, in alcuni casi, si sviluppa il
cosiddetto attaccamento “disorganizzato” o “spaventato/evitante”, che purtroppo
io conosco bene.
In questo caso oscilli tra due estremi: il
desiderio di avere delle relazioni emotive profonde con altri e di essere
amato, ma poi anche il terrore che queste persone potranno ferirti o
abbandonarti, al punto che decidi di evitarle o di allontanarle tu stesso,
prima che possano farti male.
In questo caso, non si riesce veramente a
trovare la quadra, perché qualsiasi cosa tu faccia, dal punto di vista
relazionale, non sei mai felice: se stai con qualcuno, vivi nel timore che ti
stia mentendo, o che comunque ti farà qualcosa di male, o che se ne andrà; se
continui a starci insieme, non ti dai pace, se lo lasci, poi ne soffri, se non
stai con nessuno, ti senti solo.
Insomma, un circolo vizioso emotivo veramente allegro
e piacevole in cui vivere….
Per concludere, come abbiamo visto per gli altri
stili genitoriali, non è detto che ad un certo approccio genitoriale faccia
seguito, per forza, ogni volta, una certa reazione da parte del figlio.
Dipende da tante cose, ad esempio, nel caso del
genitore assente/poco coinvolto:
È un solo genitore ad adottare questo
comportamento, o tutti e due?
È un caso estremo di trascuratezza di ogni
necessità fisica ed emotiva, o un caso lieve (ad esempio un genitore presente,
ma un po’ troppo impegnato con il lavoro)?
Qual è il carattere di quel bambino, o che
lavoro psicologico fa su sé stesso da adulto?
Quali altri input ha ricevuto dal mondo esterno,
a parte i genitori (quindi da amici, da altri parenti, da partner…).
Tutte queste cose influenzano lo sviluppo del
carattere di una persona, il suo approccio alle regole, il suo stato emotivo,
il suo stile di attaccamento.
Tuttavia, possiamo dire che molto studi
psicologi hanno confermato che maggiore è l’assenza di uno o peggio di entrambi
i genitori, più aumenta il rischio per i figli di sviluppare problemi
psicologici, emotivi e relazionali, una volta adulti.
…
Nel prossimo post, arriveremo finalmente
all’ultimo tipo genitoriale, il genitore “autorevole”:
https://pediatrachicca.blogspot.com/2025/07/stili-genitoriali-7-lautorevole.html
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