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Stili genitoriali (6): il negligente/assente/poco coinvolto

 Nel post precedente abbiamo parlato del “plusmaterno”, come lo definirebbe la psicologa Laura Pigozzi, dei cosiddetti “genitori elicottero”, onnipresenti nella vita del figlio.

Qua parliamo invece dell’approccio opposto, ovvero il “minusmaterno” (siano essi padri o madri), ovvero i genitori che sono troppo poco presenti, troppo poco protettivi, troppo poco educativi, troppo poco accudenti.

Un genitore può essere assente nel senso fisico del termine, perché non c’è, non vive con figli, o perché è venuto a mancare. 

Molte volte però, un genitore assente non è fisicamente assente, ma piuttosto “poco coinvolto”. Potrebbe essere, nel caso più tipico, un genitore che si dedica molto al lavoro, e ha poco tempo per la famiglia.

Oppure, potrebbe essere un genitore che attraversa una fase di depressione, di malattia fisica, una separazione, una dipendenza, o un qualsiasi problema che non lo rende adeguatamente presente in quel momento con i propri figli.

In casi estremi di negligenza, quindi, può trattarsi di vere e proprie patologie psichiatriche, dell’abuso di droghe, di disturbi di personalità…

Nei casi più lievi di “scarso coinvolgimento”, potrebbe essere anche un genitore molto stanco, che non ce la fa più, sommerso da troppi impegni.

A volte è un genitore solo che, in assenza dell’altro partner, è sommerso da troppe responsabilità, e troppi impegni, a cui deve fare fronte da solo, e non riesce a stare dietro alla famiglia come vorrebbe.

Viceversa, a volte è un genitore che ha un partner molto presente, e che tende a “delegare” la cura e l’educazione dei figli principalmente all’altro partner, risultando scarsamente coinvolto in prima persona.

Per qualsiasi ragione, quindi, è un genitore che in quel momento non ha la volontà, il tempo, la forza, l’energia, o la capacità, di essere davvero presente con i suoi figli, e di svolgere una funzione educativa.

Dal punto di vista dei “capricci” e dell’imposizione di regole, diversamente dai due stili genitoriali visti prima, qua vedremo due possibilità:

più tipicamente, il bambino verrà semplicemente ignorato, e la sua richiesta non verrà soddisfatta; oppure, verrà soddisfatta solo per farlo stare zitto, e poi verrà ignorato di nuovo (in questo caso sfociamo però in un ibrido genitore “poco coinvolto”/”permissivo stanco”).

Dal punto di vista emotivo, tipicamente le emozioni espresse dal bambino saranno ignorate, sminuite, non ci verrà dato peso.

I figli di classici genitori assenti o poco coinvolti, possono reagire diversamente all’input che ricevono dai genitori, anche in base al proprio carattere:

Inizialmente potrebbero sentirsi soli, abbandonati; potrebbero iniziare fin da una tenera età ad essere molto indipendenti, auto sufficienti, perché sanno che nessuno si preoccupa per loro.

A volte sono anche bambini tranquillissimi, “molto maturi per la loro età”, molto indipendenti, fin da piccoli.

Se hanno fratelli minori, spesso se ne prendono cura, diventando in un certo senso loro “gli adulti di casa”.

Altre volte invece sono bambini estremamente capricciosi, lamentosi, casinisti, che cercano in ogni modo di attirare l’attenzione (del genitore, ma anche di altri adulti che possano passargli accanto).

Oscillano quindi da casi (o da momenti) in cui sono iper dipendenti e chiusi in sé stessi, a momenti in cui cercando di attaccarsi disperatamente a qualcun altro, sia esso il genitore (senza riuscirci), o altre figure adulte che hanno intorno: la maestra, l’istruttore di nuoto, la zia, un amico di famiglia, i genitori degli amichetti…

Molte volte questi bambini osservano il mondo intorno a loro, e si sentono di vivere in un altro universo rispetto ai coetanei.

Vedono magari un bimbo viziato a cui i genitori comprano tutto quello che desidera, mentre a loro manca qualsiasi cosa (a volte, non sempre, c’è una disattenzione anche dal punto di vista delle necessità economiche e materiali dei figli, altre volte, queste sono soddisfatte, ma non quelle emotive).

Il figlio di genitori poco coinvolti potrà ad esempio guardare con un misto di stupore e invidia verso i compagnetti che hanno genitori affettuosi, e chiedersi se mai anche lui avrà qualcosa del genere.

Potrebbe desiderare essere invitato spesso a casa di amici, per osservare quel calore familiare che a lui manca disperatamente.

A volte potrebbe anche stupirsi delle lamentele di un amichetto che critica la severità dei propri genitori, che non gli permettono di mangiare le patatine per cena; al figlio di genitori non coinvolti potrebbe sembrare un problema di poco conto, anzi! Magari avesse qualcuno che gli cucina una vera cena.

Da grande, invece, può a volte cominciare ad apprezzare questa propria indipendenza, ed essere l’adolescente “idolo” del gruppo: perché può tornare a casa tardi, può mangiare tutto quello che vuole, magari ha spesso casa libera…

E, tendenzialmente, non vorrà condividere con i compagnetti quanto in realtà ne soffre (o non lo ammette neanche a sé stesso).

I due filoni di reazione a questa mancanza del genitore quindi sono essenzialmente: uno, il diventare super autonomi e indipendenti, ma spesso a fronte di una chiusura verso gli altri, o due, il mettere in atto condotte a volte “esplosive” o “ribelli” per attirare l’attenzione (in età adolescenziale a volte anche legate alle droghe).

Dal punto di vista delle regole quindi passano da essere perfezionisti che seguono regole severissime (che si auto impongono), o ribelli che rifiutano qualsiasi regola e autorità.

Soprattutto, i figli di questo tipo di genitori sono quelli che hanno più spesso problemi di tipo relazionale e di attaccamento.

Essendo mancate loro le prime e fondamentali figure di attaccamento (i genitori), spesso sviluppano un attaccamento “non sicuro” verso gli altri.

Potrebbe essere un attaccamento di tipo “ansioso”, dove hai sempre il timore che gli altri non ti ascoltino, non ti vogliano bene, o vogliano abbandonarti.

Oppure, nei casi più gravi di assenza, un attaccamento di tipo “evitante”, dove arrivi appunto ad elaborare la mancanza del genitore fino al punto di fregartene: capisci che non la potrai mai ottenere, e allora rinunci, ti rinchiudi in te stesso, e conti solo sulle tue forze. A volte tendi a ripetere questo schema anche in età adulta: meglio non fidarsi di nessuno, meglio non “lasciare entrare” nessuno nel tuo cuore.

Oppure, in alcuni casi, si sviluppa il cosiddetto attaccamento “disorganizzato” o “spaventato/evitante”, che purtroppo io conosco bene.

In questo caso oscilli tra due estremi: il desiderio di avere delle relazioni emotive profonde con altri e di essere amato, ma poi anche il terrore che queste persone potranno ferirti o abbandonarti, al punto che decidi di evitarle o di allontanarle tu stesso, prima che possano farti male.

In questo caso, non si riesce veramente a trovare la quadra, perché qualsiasi cosa tu faccia, dal punto di vista relazionale, non sei mai felice: se stai con qualcuno, vivi nel timore che ti stia mentendo, o che comunque ti farà qualcosa di male, o che se ne andrà; se continui a starci insieme, non ti dai pace, se lo lasci, poi ne soffri, se non stai con nessuno, ti senti solo.

Insomma, un circolo vizioso emotivo veramente allegro e piacevole in cui vivere….

...

Per concludere, come abbiamo visto per gli altri stili genitoriali, non è detto che ad un certo approccio genitoriale faccia seguito, per forza, ogni volta, una certa reazione da parte del figlio.

Dipende da tante cose, ad esempio, nel caso del genitore assente/poco coinvolto:

È un solo genitore ad adottare questo comportamento, o tutti e due?

È un caso estremo di trascuratezza di ogni necessità fisica ed emotiva, o un caso lieve (ad esempio un genitore presente, ma un po’ troppo impegnato con il lavoro)?

Qual è il carattere di quel bambino, o che lavoro psicologico fa su sé stesso da adulto?

Quali altri input ha ricevuto dal mondo esterno, a parte i genitori (quindi da amici, da altri parenti, da partner…).

Tutte queste cose influenzano lo sviluppo del carattere di una persona, il suo approccio alle regole, il suo stato emotivo, il suo stile di attaccamento.

Tuttavia, possiamo dire che molto studi psicologi hanno confermato che maggiore è l’assenza di uno o peggio di entrambi i genitori, più aumenta il rischio per i figli di sviluppare problemi psicologici, emotivi e relazionali, una volta adulti.

Nel prossimo post, arriveremo finalmente all’ultimo tipo genitoriale, il genitore “autorevole”:

https://pediatrachicca.blogspot.com/2025/07/stili-genitoriali-7-lautorevole.html

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Ciao a tutti, sono Federica "Chicca" Persico, pediatra di famiglia a Casalmaggiore (Cremona).   Ho studiato medicina a Parma, e mi sono laureata nel 2015. Ho iniziato a scrivere questo blog dopo essermi specializzata in pediatria, iniziando a lavorare sul territorio come pediatra di famiglia.  Ricordandovi che questi articoli non possono sostituire i consigli personalizzati che possiamo fornirvi di persona, spero che possano essere comunque utili per trovare delle informazioni di carattere generale, sempre disponibili, anche quando il pediatra non c'è. un bacio a tutti, Chicca ... Vi ricordo che è disponibile la   TRADUZIONE AUTOMATICA     di tutto il blog con Google Translate (in alto a destra) AUTOMATIC TRANSLATION of the entire blog is available with Google Translate (in the top right corner) ਪੂਰੇ   ਬਲੌਗ   ਦਾ   ਆਟੋਮੈਟਿਕ   ਅਨੁਵਾਦ  Google  ਅਨੁਵਾਦ  ( ਉੱਪਰ   ਸੱਜੇ   ਕੋਨੇ   ਵਿੱਚ )  ਨਾਲ   ਉਪਲ...

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