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Stili genitoriali (2): l'autoritario

 Potremmo definire l'autoritario come il genitore “vecchio stile”, quello che “50 anni fa si stava meglio” o “due sberle non hanno mai ucciso nessuno” o “quando ci vuole, ci vuole” eccetera…

L'immagine del genitore autoritario è stata centrale per secoli, ed è stata messa in dubbio solo nel ‘900, pur rimanendo molto presente almeno fino agli anni ’60-’70.

Ad oggi è un po’ meno diffusa, o perlomeno, non è così estrema come poteva essere in passato; ma, come vedremo, è in parte ancora presente anche nella genitorialità del 21esimo secolo (certe idee sono molto difficili da sradicare).

Il genitore autoritario quindi è un genitore che tende ad imporre delle regole, ma può essere carente dal punto di vista affettivo.

E’ un genitore spesso freddo, che “fa paura”.

La paura è il sentimento chiave di questo stile genitoriale, infatti, per far rispettare le regole decise dal genitore, si ricorre a minacce, violenza fisica o psicologica, punizioni, o ricatti.

Ad esempio, il bambino non vuole mangiare i broccoli? Lo punisco vietando la televisione, finchè ad un certo punto cederà, e li assaggerà.

Sta facendo un capriccio in pubblico? Lo sculaccio, così, umiliato e spaventato dal dolore fisico, smetterà.

Nella mia esperienza è abbastanza difficile scardinare questo modo di pensare, in chi segue irremovibilmente questo approccio.

Molte volte, oltretutto, questo approccio porta effettivamente a dei risultati, nel breve termine.

Se io spavento il bambino, lo minaccio, lo ricatto, lo punisco, o gli faccio del male, lui di conseguenza smetterà di “fare capricci”, e seguirà le mie regole (per forza, se non vuole farsi male…).

Quindi io genitore vedrò il risultato, nell'immediato, e mi convincerò di stare operando bene. 

Guarderò con un malcelato disprezzo le schiere di genitori “permissivi”, pensando che non sanno educare i loro figli, una massa di scimmiette urlanti e senza regole, maleducati, incapaci di vivere in una società civile! 

E mi convincerò di essere nel giusto.

Questo quindi è il meccanismo classico di funzionamento dell'educazione autoritaria "vecchio stile": 

ll genitore crea una situazione abbastanza spiacevole, umiliante, dolorosa, o spaventosa... affinchè il bambino, per evitarla, sia costretto a seguire le regole stabilite dal genitore.

Al giorno d'oggi, vedo emergere sempre di più delle forme di comportamento simil autoritario, ma "in versione light". 

Il genitore autoritario light è una figura tutta moderna, ereditata dal passato, ma che non ha il coraggio- o si rende conto che non sia giusto- arrivare a certi estremi di violenza.

Quindi mette in atto dei tipici comportamenti tratti dall'armamentario dell'autoritario: come sculacciate, urla, minacce, punizioni... Ma le mette in atto in modo così blando, da non risultare soggettivamente abbastanza spaventose/dolorose/fastidiose, da spingere il bambino a modificare il suo comportamento.

In questi casi, non vedremo quindi l'effetto a breve termine tipico dell'autoritario classico, ma piuttosto il bambino risulterà solo infastidito, offeso, amareggiato, ma non al punto di cambiare il suo comportamento.

Anzi, spesso il suo comportamento peggiora nell'immediato, il bambino (giustamente) offeso, contrattacca, urla più forte, punta i piedi, inizia una lotta di potere con il genitore.

Si sente come se fosse di fronte ad un altro bambino che gli fa i dispetti, e lui deve difendersi.

In certi casi, il bambino comincia a trovare addirittura gusto nello stuzzicare e sfidare il genitore.

Un esempio classico che (purtroppo) potrete osservare spesso con i vostri occhi, sono genitori che danno blandissime sculacciate, quasi impercettibili, ai figli che stanno facendo un "capriccio" in pubblico.

Vi invito ad osservare se mai una volta questo porterà alla fine del capriccio, se non cambierà nulla, o peggiorerà la situazione, facendo urlare e ribellare il bambino ancora di più.

Nella mia esperienza, il risultato è sempre e solo uno: se vi capita, osservate la scena, e vedrete.

Oltretutto, dobbiamo anche considerare che diversamente dal passato, in cui si era immersi in una società tutta rigida e autoritaria, al giorno d'oggi le cose sono cambiate: fuori dalla famiglia, il bambino vedrà un mondo molto permissivo (a volte anche troppo), ed è più probabile che crescendo sceglierà di ignorare i genitori autoritari, che "fuggirà" da una realtà dove si sente oppresso, rifugiandosi a volte spesso anche nel mondo virtuale.

Dal punto di vista emotivo, i genitori di stile autoritario sia light che classico, tendono spesso a sminuire, ignorare o criticare le emozioni dei figli:

Ad esempio: Se piange, gli si dice che una sciocchezza. 

Se ha paura, lo si sminuisce, se non riesce a fare una cosa, lo si mette a confronto con altri più bravi di lui... eccetera.

Spesso, questo viene fatto anche inconsciamente, o "in buona fede": perchè si crede che se si sminuiscono e si negano i sentimenti negativi, se non "si da corda" al bambino, se si continua a dire che "non serve essere triste/arrabbiato/avere paura", perchè tanto "è una sciocchezza", allora questi sentimenti spariranno (di solito, però, non è così, e il messaggio che viene recepito dal bambino è che non bisogna esprimere i propri sentimenti agli altri, perchè non verranno compresi).

Quali effetti genera quindi l'approccio autoritario nel bambino, sul lungo termine?

- I figli di genitori autoritari, al giorno d'oggi, possono sviluppare un distacco (o un vero e proprio disprezzo, nei casi più gravi) verso i propri genitori. 

Spesso non vedono l'ora di fare tutto il contrario rispetto a ciò che i genitori gli hanno imposto, appena sono "liberi" nel mondo.

- I figli di genitori autoritari infatti tendono più difficilmente a rispettare le regole, se non sono controllati: non hanno infatti appreso dai loro genitori motivazioni interne forti per seguire queste regole, ma le hanno seguite solo fintanto che erano costretti.

- Nei primi anni di vita, può insorgere anche il desiderio di mentire, di trovare degli escamotages. Ad esempio, nel caso visto sopra, del bambino costretto a mangiare i broccoli: potrebbe per esempio farli mangiare di nascosto al cane, e dire che li ha mangiati lui!

I bambini infatti  imparano che non importa quello che fanno, l'importante è nasconderlo a chi li potrebbe punire.

Da adolescenti, possono essere ragazzi che escono di casa in un modo, e poi si trasformano, a volte si cambiano anche fisicamente i vestiti, la pettinatura... appena fuori dalla vista del genitore.

A volte ho sentito dire ai genitori che "non riconoscevano più i figli" quando, ormai grandi, iniziavano a comportarsi liberamente, non temendo più le punizioni dei genitori.

- In alcuni casi, soprattutto in caso di genitori emotivamente molto freddi e distaccati, o molto violenti, può anche subentrare un senso di sfiducia verso il prossimo, che può portare a “rinchiudersi” in sè stessi a non fidarsi degli altri.

- Le reazioni ovviamente cambiano da persona a persona: alcuni bambini ormai adulti diranno invece che non disprezzano affatto i loro genitori autoritari, anzi, che apprezzano il loro metodo educativo.

Tuttavia, tra ciò che una persona dice, e i sentimenti profondi che animano il suo inconscio, non sempre c'è concordanza.

- I figli di genitori autoritari che sono arrivati ad "apprezzare", a fare proprio lo stile educativo dei genitori, sono quelli che hanno il maggiore rischio di mettere in atto a loro volta comportamenti aggressivi, violenti o umilianti, verso chi percepiscono come più debole di loro, perpetuando il circolo vizioso.

Ovviamente, l'evoluzione psicologica dei bambini dipende da molti fattori: non solo dallo stile genitoriale (che può essere anche un mix di diversi approccio, in diversi momenti), ma anche dal carattere del bambino stesso, dal lavoro psicologico che farà su di sè da grande, dagli input che gli arrivano dall'esterno, dalla società tutta (scuola, lavoro, gruppi di amici...).

Anche nei casi di famiglie autoritarie, vediamo sicuramente tanti bambini che sono riusciti a crescere come adulti più o meno "sani", e non necessariamente sviluppare le reazioni che abbiamo visto prima (o non necessariamente portarle con sè invariate nell'età adulta).

Tuttavia, non possiamo dire che questo sia avvenuto grazie all’educazione impartita dai genitori, ma piuttosto, che nonostante l’educazione alla sopraffazione impartita dai genitori, questi bambini a volte siano riusciti comunque a crescere diversamente.

...

Un'ultima variante di cui è importante parlare, ultima ma non meno importante, è quella del genitore autoritario di tipo psicologico.

In certi casi, infatti, la coercizione nei confronti del bambino non viene messa in atto solo con sberle, violenza fisica, o comunque con punizioni materiali (spengo la TV, non ti compro un giocattolo…).

Come abbiamo accennato all’inizio, a volte è in atto una manipolazione di tipo psicologico.

Secondo me questo è un sottotipo un po’ diverso dagli altri, anche se lo vedo spesso far rientrare sotto il gruppo “autoritario”.

(In certi casi, possono anche coesistere aspetti di manipolazione psicologica, e di violenza fisica, nella stessa persona).

Un classico esempio di genitore psicologicamente manipolatorio secondo me è un genitore che proietta sul figlio i propri desideri, e che non rispetta la volontà e i desideri del figlio.

Pretende che il figlio faccia quello che vuole lui, perché il genitore “sa cosa è meglio”.

Il genitore mostra a volte apprezzamenti, e magari anche affettuosità al figlio, ma solo se questi rispecchia ciò che il genitore pretende da lui, o se raggiunge certi risultati.

In caso contrario, lo svilisce.

Spesso, i figli di questo tipo di genitori arrivano a essere adulti con poca autostima, o che non sanno cosa vogliono davvero; persone che si svegliano un giorno e si accorgono di avere una vita “perfetta” sulla carta, magari un buon lavoro, un matrimonio, dei figli… ma lo stesso si sentono vuoti, e non sanno spiegarsi il perché.

Nella mia esperienza, spesso questo tipo di genitore proietta quindi sul figlio i propri desideri, le proprie aspettative, e plasma il figlio “a sua immagine”.

Un esempio nella “cultura popolare” di genitore che si avvicina a questo tipo sono le “tiger mums” o “tiger parents” (mamme tigri), un termine che fa riferimento ad un modo di essere madri (o comunque genitori) molto presente in alcuni paesi asiatici: sono genitori molto severi, esigenti, iper focalizzati sui risultati scolastici/sulla carriera lavorativa, che spingono il figlio a seguire una certa strada da loro prescelta.

A volte abbiamo situazioni più sfumate, che considererei quasi in un tipo a parte, quello di genitori con uno stile più prettamente “MANIPOLATORIO” che autoritario: genitori che sembrano essere a volte anche affettuosi, e avere un legame profondissimo con il proprio figlio, ma sempre e solo se il figlio si adegua a quello che pretende il genitore.

Il figlio impara quindi che il suo valore e la sua possibilità di ricevere affetto dalla sua figura di riferimento, dipendono da quanto riesce a sopprimere la sua vera personalità, e a seguire ciò che il genitore vuole.

Questi rapporti spesso influenzano anche l’età adulta. In alcuni casi, ad esempio, i rapporti con gli altri potrebbero essere sabotati dal genitore che vuole il figlio “solo per sé”, oppure, il figlio potrebbe tendere ad assumere un atteggiamento di “people pleasing” anche con altre persone, ovvero cercare di compiacere gli altri, ignorando i propri reali sentimenti, perché ha imparato fin da piccolo a dover fare così.

Nel prossimo post, parleremo invece dell’approccio genitoriale diametralmente opposto, della vera e propria nemesi del genitore autoritario (che, tipicamente, lo disprezza): il “permissivo”.

https://pediatrachicca.blogspot.com/2025/07/stili-genitoriali-3-permissivo.html

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