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MARIA MONTESSORI (3): la vita pratica
Nei post
precedenti, abbiamo conosciuto più da vicino Maria Montessori.
La sua vita: https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-1-educare-i-bambini.html
Il suo metodo
educativo: https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-2-il-metodo-educativo.html
In questo post, vediamo come si possono applicare alcune di queste idee alla gestione della casa, e delle attività quotidiane.
Infatti, anche se Maria Montessori si è occupata principalmente di scuole, le sue osservazioni possono essere interessanti per organizzare qualsiasi spazio e attività dedicati ai bambini. Anche nelle sue scuole, oltretutto, Maria prediligeva le attività di "vita pratica" che potessero tornare utili ai bambini, nella loro vita di tutti i giorni (versare l'acqua, vestirsi, allacciarsi le scarpe... eccetera).
Ma come si porta
in casa la filosofia Montessori?
· Prima di tutto, valorizzando l’autonomia del bambino: lasciandogli fare da solo tutto ciò che è possibile, per la sua età.
· Creando quindi un ambiente a
misura di bambino,
dove possa essere libero di muoversi, e di fare alcune attività in autonomia. Sarà
compito dei genitori “preparare” l’ambiente casa, affinchè sia fruibile al meglio anche
dal bambino.
· Abituando il bambino a prendere parte alle
attività della vita quotidiana: asciugare dove ha bagnato, raccogliere quello che ha fatto cadere,
aiutare a cucinare, a caricare la lavatrice, a riporre i vestiti puliti… queste
attività possono rientrare nella sua normale routine, fino dalla più tenera
infanzia (ovviamente, potranno essere svolte via via secondo le sue capacità).
L’obiettivo non è
coinvolgerlo solo se sa fare quelle attività perfettamente, e se ci dà un reale
aiuto, ma abituarlo ad essere coinvolto fin da subito, anche se fa più casino
che altro. Abituandosi fin da piccolo, quelle attività risulteranno poi per lui
“naturali” quando crescerà; proprio come parlare, o camminare.
· Lasciando il bambino libero di sperimentare, di toccare con mano, di sbagliare anche (ad esempio, rovesciare qualcosa). Se sbaglia, insegnargli come porre rimedio (ad esempio, asciugare), invece che bloccarlo e sgridarlo ogni volta. Certamente, noi adulti potremmo fare la stessa cosa meglio e più velocemente, ma perché il bambino possa imparare, è necessario che a volte lo si lasci fare direttamente a lui.
· Sarà la soddisfazione che prova quando si sente libero, e riesce a realizzare
alcune piccole cose da solo, a motivarlo a continuare: più che rimproveri e
raccomandazioni.
· Facendo leva il più possibile sul naturale
desiderio di copiare quello che facciamo noi
grandi: dove noi ci
pettiniamo, lui avrà la sua spazzolina per pettinarsi, dove noi ci mettiamo le
scarpe, lui avrà la sua seggiolina per mettersi le scarpe, e così via.
· Prediligendo l’ordine: meglio avere pochi oggetti, e pochi
giocattoli in giro. Possiamo riporre l’eccesso e le cose che non usiamo tutti i
giorni, in un armadio o in uno sgabuzzino, da prendere all’occorrenza. Avere
una quantità enorme di oggetti da gestire e da mettere a posto, è difficile anche
per un adulto, figuriamoci per un bambino! Per poter dare autonomia al bambino,
è fondamentale metterlo in condizione di gestire pochi oggetti.
· Lasciando al bambino spazio
di movimento: evitando
il più possibile le situazioni dove è confinato, legato e bloccato, o dove
continuiamo a dirgli “no!”, “stai fermo!”, “fai piano!”.
Il messaggio fondamentale dell’educazione Montessoriana in casa, quindi, è quello di abituare i bambini fin da piccoli a fare le cose in autonomia e in libertà.
Nelle
osservazioni di Maria, e come confermato anche dai più recenti studi neuropsicologici,
i primi anni di vita sono fondamentali per l’apprendimento.
E’ importante
quindi abituarsi fin da piccoli a poter fare piccole azioni, alla propria
portata, senza per forza essere sempre “aiutati” da un adulto. A volte l’aiuto
dell’adulto non è volto a insegnare, ma a mantenere il bambino in uno stato di
incapacità e dipendenza, perché l’adulto si sostituisce a lui.
Maria diceva
invece: “aiutiamoli a fare da soli”-> mettiamoli nelle condizioni di poter
fare il più possibile, senza bisogno del nostro intervento.
“Mai aiutare un
bambino, mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere
successo.”
Un bambino, anche
nei primi anni di vita, può imparare a prendere i propri giocattoli, e riporli
quando ha finito; a prendere uno snack e il necessario per mangiarlo, e poi
riporre le cose; a prendere i suoi vestiti e indossarli, a metterli a lavare
quando li toglie; eccetera…
Ma, soprattutto, può
assorbire un atteggiamento di vita: quello di sentirsi parte attiva della
famiglia, di sentirsi coinvolto, e fiducioso nelle sue capacità.
Questi sentimenti,
devono essere coltivati fin da piccoli: è più difficile farli accettare ad un
bambino grande, che è stato cresciuto per anni con una filosofia diversa
(quella del: non fare questo, non fare quello, non correre, non toccare lì,
non rovesciare, no che sporchi, no che non sei capace, no che fai solo casino, faccio
io!… eccetera).
"L'educazione inizia dalla nascita"
Infine, un altro
vantaggio del coinvolgere i bambini nelle attività di vita quotidiane, è che possiamo
passare più tempo insieme, anche se non abbiamo tempo di mollare tutto e andare a giocare con loro.
Per velocità, molte volte, si preferisce lasciare i bambini a giocare, mentre
il genitore fa dell’altro: cucina, pulisce, carica la lavatrice… anzi, si
chiede proprio ai bambini di andare fuori dai piedi.
A volte, soprattutto nei giorni in cui si lavora, purtroppo, non c’è tempo, bisogna fare tutto velocemente. Quando si ha un po’ più tempo però, ad esempio al weekend, si può cominciare a coinvolgere i bambini.
Nel prossimo post, vedremo qualche
ulteriore spunto su come si può organizzare la casa “a misura di bambino”, stanza
per stanza, per favorire la sua indipendenza:
https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-4-la-casa.html
Maria Montessori
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