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Ciao a tutti, sono Federica "Chicca" Persico, pediatra di Casalmaggiore (Cremona). Ho studiato medicina a Parma, e mi sono laureata nel 2015. Ho iniziato a scrivere questo blog dopo essermi specializzata in pediatria, iniziando a lavorare sul territorio come pediatra di famiglia.  Cercavo un modo per semplificare la condivisione con le famiglie di materiale informativo sulla salute, e sulla crescita dei bimbi. Ricordando che questi articoli non possono sostituire i consigli personalizzati che io, o il pediatra che segue il vostro bimbo, possiamo fornirvi di persona, spero che possano essere  utili per trovare delle informazioni di carattere generale, sempre disponibili, anche quando il pediatra non c'è. un bacio a tutti,  Chicca .......... Vi ricordo che è disponibile la  TRADUZIONE AUTOMATICA     di tutto il blog con Google Translate (in alto a destra) AUTOMATIC TRANSLATION of the entire blog is available with Google Translate (in the top right corner) ਪੂਰੇ   ਬਲੌਗ   ਦਾ  

MARIA MONTESSORI (2): il metodo educativo

Maria aveva elaborato il suo metodo educativo partendo dall’ attenta osservazione, prima dei bambini con patologie psichiatriche, e poi dei bambini cosiddetti “normali”, in particolare nella fascia di età 1-7 anni.

Ma quali erano le sue idee, e cosa hanno da insegnarci oggi, oltre 100 anni dopo la loro stesura?

Se volete partire dall’inizio:

https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-1-educare-i-bambini.html

Il rispetto del bambino

“I bambini sono esseri umani ai quali si deve rispetto, superiori a noi a motivo della loro innocenza, e delle maggiori possibilità del loro futuro.”

La prima caratteristica dell’educazione Montessoriana è quella del rispetto del bambino: concetto per lo più sconosciuto all’epoca, ma a volte perso di vista ancora oggi. All’epoca, il bambino era visto come un essere “inferiore”, che doveva solo ubbidire ciecamente.

I genitori dell’epoca volevano sì bene ai propri figli, ma la visione del mondo era più “adultocentrica”: così i genitori stessi erano cresciuti, e non conoscevano altre prospettive.

Per i figli, si sperava che crescessero il più in fretta possibile, forgiati da una educazione severa, per diventare presto degli adulti disciplinati. Lo stile genitoriale e di insegnamento più diffuso, era quello di tipo “autoritario” (vedi i post dedicati).

L’apprendimento secondo Maria: la mente assorbente

Maria aveva ipotizzato che i bambini avessero una sorta di “mente assorbente”, che è capace di imparare in modo diverso dall’adulto. I bambini erano capaci di assorbire dall’ambiente le informazioni, senza doversi sforzare per imparare.

I periodi sensitivi

Maria aveva osservato che c’erano dei periodi della vita, soprattutto i primi 6 anni di vita, dove i bambini erano naturalmente predisposti ad imparare (ad esempio, il linguaggio), in un modo più semplice ed istintivo.

Come possiamo osservare nella nostra vita quotidiana, in effetti la lingua appresa nei primi anni di vita non necessita di essere “studiata”, ma viene appresa “assorbendola” da quello che si sente nell’ambiente intorno a sè. Da grandi, invece, è richiesto un notevole sforzo, e non sempre si apprende perfettamente una nuova lingua.

Queste osservazioni sono ancora attuali, e confermate dai più moderni riscontri delle neuroscienze, che ci descrivono come alcune aree del cervello (e quindi alcune abilità) siano predisposte a svilupparsi in determinati periodi della vita.

Alcune “abilità” o caratteristiche psicologiche si sviluppano prestissimo, nei primissimi anni di vita, come l’attaccamento. Altre, esplodono nei primi 3-6 anni, come le abilità motorie e di linguaggio. Infine, alcune necessitano di più tempo, come le abilità di ragionamento complesso, e di controllo degli impulsi (come vedremo nella serie sui capricci, il nostro cervello non matura completamente queste funzioni fino ai 20-25 anni!).

L’ambiente è maestro

In base alle sue osservazioni, Maria aveva notato quindi che i bambini piccoli tendevano ad apprendere naturalmente dall’ambiente, senza bisogno di forzarli a “studiare” determinate nozioni.

Dava quindi molta importanza all’ambiente, al preparare un ambiente a misura di bambino, con tante attività che potessero incuriosirlo, e favorire naturalmente l’apprendimento del linguaggio, delle abilità motorie, artistiche, geometriche, matematiche… eccetera.

A scuola, non c’era un ordine prestabilito di attività che tutti dovevano fare per tot tempo, e poi si cambiava attività.

Al contrario, il bambino poteva scegliere liberamente a quali attività dedicarsi all’interno della classe, e poteva dedicare a ciascuna il tempo che desiderava.

Il maestro prepara l’ambiente

Il ruolo del maestro/della maestra era quindi più che altro quello di predisporre l’ambiente entro cui il bambino poteva apprendere, e ideare i diversi giocattoli e le diverse attività con cui il piccolo si sarebbe confrontato.

Mentre il bambino giocava (e apprendeva), il maestro non doveva interromperlo e correggerlo subito, ma doveva lasciarlo il più possibile libero di capire da solo dove stesse l’errore. Per questo, molti giochi Montessoriani seguono proprio il principio dell’”auto correzione dell’errore”, ovvero, il bambino si accorge da solo se li sta usando o meno nel modo corretto. Ad esempio, i pezzi di un puzzle, che non si incastrano l’un l’altro se non sono posizionati nel modo corretto.

Il maestro, osservando il bambino, poteva però valutare se l’attività/il gioco proposto appariva per lui poco interessante, troppo semplice o, viceversa, ancora troppo complesso.

In quel caso, l’avrebbe sostituito, il giorno successivo, con qualcosa che potesse essere più adatto al bambino, e alle capacità che aveva raggiunto in quel momento.

Questo era estremamente rivoluzionario, per un’epoca in cui invece il ruolo del maestro era visto in modo “cattedratico”: il maestro doveva spiegare, e i bambini dovevano stare in silenzio ed imparare, tutti alla stessa maniera.

“La scuola è quell'esilio in cui l''adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.”

Ordine, bellezza e organizzazione

Maria osservava che fin dai primi anni di vita, i bambini sono naturalmente attratti da spazi semplici, belli ed ordinati. I bambini prediligono l’ordine, la semplicità, i colori caldi e luminosi della terra, e i materiali naturali.

Non riescono invece ad imparare al meglio se sono posti in un ambiente: disordinato, disorganizzato, brutto, buio, spoglio, o viceversa troppo ricco di stimoli. Come si dice, “la virtù sta nel mezzo”.

Per questa ragione, le classi Montessoriane sono di solito semplici, ordinate, luminose, non sovraccariche, per cercare di favorire la concentrazione del bambino sul suo compito.

Montessori e il “flow”

Una teoria psicologica interessante che ho trovato nelle mie letture, è quella del “flow”(=flusso [di concentrazione]).

E’ stata elaborata da uno psicologo americano degli anni ’70, Csíkszentmihályi, che ha voluto analizzare le condizioni che ci portano ad essere super concentrati su un compito.

Avete presente quella sensazione quando si è super assorti in quello che si sta facendo, e non ci si rende neanche conto che passa il tempo? Ecco, quella. Lui lo chiamava “lo stato di flow”.

Ha analizzato varie caratteristiche che, secondo lui, aiutavano a raggiungere questa concentrazione ottimale (dando utili consigli agli studenti, che volevano migliorare il loro stato di concentrazione). Diversi autori hanno notato che molte di queste caratteristiche, coincidevano con le osservazioni di Maria Montessori.

“La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice.”

Ad esempio: la necessità di essere in un ambiente ordinato e semplice, privo di stimoli eccessivi. La possibilità di auto correzione dell’errore. La presenza di una motivazione interna (come diremo dopo). Il giusto rapporto tra le nostre abilità, e la difficoltà della sfida: se la sfida è troppo semplice, ci annoiamo; se è troppo complessa, siamo nervosi e frustrati, e tendiamo ad abbandonarla.

Anche Maria aveva intuito questa cosa, infatti il ruolo fondamentale delle insegnanti era quello di capire quali attività fossero più adatte ad interessare bambini; che non risultassero né troppo semplici, né troppo complesse.

tratta da: 

http://mariovalle.name/montessori/perche-no.html

L’autonomia

Un altro degli aspetti fondamentali dell’educazione Montessori, è quello di favorire l’indipendenza e l’autonomia. Maria osservava che la libertà e l’autonomia erano desideri innati nei bambini.

Poter decidere (entro i limiti posti dall’adulto), e riuscire a completare un’attività da soli, sono infatti fonte di grande soddisfazione per il bambino, e lo spingono a voler continuare ad apprendere.

Motivazione interna VS premi e punizioni

Maria riteneva che i bambini dovessero imparare ad agire mossi da una loro “motivazione interiore”: perché ritenevano una cosa giusta, oppure bella, o interessante, perché gli dava soddisfazione. Non dovevano invece essere motivati da fattori esterni: dalla paura di essere puniti, o dal desiderio di ricevere un premio.

All’epoca, anche questa idea non era accettata. Se pensiamo che sgridare e punire i bambini quando (secondo noi) sbagliano, e premiarli quando fanno bene, sono ancora modalità educative diffusissime nel 2024. Potete immaginare come fosse la situazione nel severo tardo 800, e inizio 900!

"L’adulto deve rinunciare anzitutto ad essere verbalmente e praticamente il despota cui il bambino deve obbedienza, con la pretesa che la mente infantile si formi secondo un piano stabilito a priori."

L’importanza dei 5 sensi e del movimento

Maria aveva osservato che i bambini, soprattutto nei primi anni di vita, hanno bisogno di muoversi molto, e hanno bisogno di toccare.

Il tatto era un senso fondamentale, per il gioco e per l’apprendimento. I bambini imparavano facendo loro stessi le attività, e toccando con mano gli oggetti. Un esempio che abbiamo visto nel post precedente: Maria costruiva delle sagome di legno o di carta ruvida delle lettere, che i bambini potessero toccare con mano.

Anche il movimento era libero: i bambini, anche più grandicelli, non erano obbligati a stare seduti al banco, ma potevano muoversi liberamente nella classe.

L’importanza della natura

Maria osservava come i bambini amassero stare in mezzo alla natura, e risultassero più tranquilli, più allegri, e più concentrati, quando erano in un ambiente naturale piacevole.

L’importanza del rapporto con i compagni

Come abbiamo visto, Maria pensava che i bambini imparassero tanto dall’ambiente intorno a loro, che “assorbissero” quello che vedevano. Questo avveniva, naturalmente, anche osservando gli altri compagni. Per questo, preferiva formare classi miste, con bambini di diverse età, così che i più grandi potessero fungere da esempio per i più piccoli.

Che si “impari osservando” gli altri non è certo una novità, tutti lo possiamo constatare nella nostra vita quotidiana. In particolare, una scoperta avvenuta negli anni ’90 nell’ambito delle neuroscienze, ci ha dato una conferma biologica di questa nostra osservazione.

E’ una scoperta che amo molto, perché è avvenuta nella “mia” Università di Parma, e ho avuto di modo di conoscere in alcune lezioni gli scienziati che ci lavorarono. Si tratta dei cosiddetti “neuroni specchio”, neuroni dell’area motoria del nostro cervello, che si attivano, quasi come se ci stessimo muovendo noi stessi, ma quando vediamo gli altri fare un’azione.

La vita pratica

Maria pensava, infine, che fosse importante per il bambino approcciarsi fin da subito alle piccole attività quotidiane, potendole realizzare con la maggiore autonomia possibile, in base alla propria età. I più piccoli imparavano quindi a versare l’acqua in un bicchiere, ad asciugare dove avevano bagnato, ad allacciarsi le scarpe; i più grandi, a lavare i piatti, a cucinare, a stendere i propri vestiti… eccetera.

Riassumendo...

Abbiamo imparato a conoscere alcuni principi chiave dell’educazione Montessoriana:

Il rispetto per il bambino

La mente assorbente, e i periodi sensitivi, in cui possiamo imparare senza sforzo

L’importanza dell’ambiente; il ruolo del maestro nel predisporre l’ambiente di studio/gioco, e le varie attività da proporre

L’ambiente deve essere bello, ordinato, ben organizzato

Favorire l’autonomia

Favorire la motivazione interna, e il senso di soddisfazione

L’importanza dei 5 sensi, del movimento, e della natura

L’imparare osservando i compagni

L’allenarsi alla vita pratica

Montessori nel 21esimo secolo

Dall’epoca di Maria ad oggi, ci sono stati tantissimi autori che hanno parlato di pedagogia e di educazione del bambino, e ci sono state anche tante nuove scoperte nel campo delle neuroscienze, alcune delle quali abbiamo raccontato nel post. 

Del resto, Maria stessa scriveva: “io ho solo iniziato il lavoro”. Ma quindi… le sue osservazioni ci interessano ancora?

In realtà, molte delle teorie esposte da Maria, sono state riprese, analizzate e riconosciute nel loro valore, anche in tempi moderni- pur senza prendere tutto ciò che essa aveva osservato, come fosse il Vangelo.

Ma è possibile che le cose che osservava Maria, nei piccoli residenti di un quartiere popolare di Roma, ad inizio Novecento, si applichino ancora ai nostri super tecnologici ed iperconnessi bambini di oggi?

Secondo me, sì: i bambini, infatti, sono simili in tutto il mondo, e in tutte le epoche. I bambini sono sempre bambini, è proprio la diversa educazione che diamo loro, che li rende poi adulti diversi tra loro, nelle diverse epoche, e nelle diverse culture.

Ma quando nasciamo, siamo tutti bambini allo stesso modo: oggi, ieri, domani, e in tutti i luoghi del mondo.

Credo anche che il grande pregio di Maria Montessori sia stato quello di essere prima di tutto una osservatrice, una scienziata, che osservava quello che vedeva, e non solo una filosofa, che elaborava delle teorie in astratto.

Per queste ragioni, credo, ci ritroviamo ancora oggi in quello che lei aveva scritto, anche se viviamo in un mondo completamene diverso;

per questo ci sembra di scorgere, nei nostri bambini, quegli stessi principi che lei aveva notato nei suoi piccoli alunni, più di un secolo fa.

L’adulto deve farsi umile, ed imparare dal bambino, ad essere grande

Nei prossimi post, vedremo qualche spunto per organizzare la casa e l’attività di gioco dei bambini, seguendo la filosofia educativa Montessoriana:

https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-3-la-vita-pratica.html

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