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Ciao a tutti, sono Federica "Chicca" Persico, pediatra di Casalmaggiore (Cremona). Ho studiato medicina a Parma, e mi sono laureata nel 2015. Ho iniziato a scrivere questo blog dopo essermi specializzata in pediatria, iniziando a lavorare sul territorio come pediatra di famiglia.  Cercavo un modo per semplificare la condivisione con le famiglie di materiale informativo sulla salute, e sulla crescita dei bimbi. Ricordando che questi articoli non possono sostituire i consigli personalizzati che io, o il pediatra che segue il vostro bimbo, possiamo fornirvi di persona, spero che possano essere  utili per trovare delle informazioni di carattere generale, sempre disponibili, anche quando il pediatra non c'è. un bacio a tutti,  Chicca .......... Vi ricordo che è disponibile la  TRADUZIONE AUTOMATICA     di tutto il blog con Google Translate (in alto a destra) AUTOMATIC TRANSLATION of the entire blog is available with Google Translate (in the top right corner) ਪੂਰੇ   ਬਲੌਗ   ਦਾ  

MARIA MONTESSORI (6): i giocattoli

Maria Montessori ha progettato essa stessa dei giocattoli, che utilizzava nelle sue scuole. Successivamente, sono stati realizzati altri giocattoli, non progettati da lei direttamente, ma ispirati alle sue idee, e al suo metodo educativo.

Se volete partire dall'inizio, nei post precedenti, abbiamo visto come organizzare la casa Montessoriana stanza per stanza, e l'area gioco:

https://pediatrachicca.blogspot.com/2024/08/maria-montessori-4-la-casa.html

In questo post, ci concentriamo sull'argomento giocattoli.

Al giorno d’oggi, come abbiamo visto, è molto di moda definire dei giocattoli come “Montessoriani”: potrete trovare questa etichetta su tantissimi prodotti, anche quando non rispecchiano davvero le idee educative di Maria Montessori.

Quali sono le caratteristiche dei veri giocattoli Montessoriani?

-       La presenza di materiali naturali (legno, vetro, metallo, stoffa…) e meno della plastica.

-       L’assenza di stimoli eccessivi artificiali, come luci lampeggianti, suoni registrati…

-       La semplicità: ogni gioco deve concentrarsi su una attività per volta.

-       Il controllo dell’errore: i giocattoli Montessoriani spesso sono progettati per “auto correggere il bambino” -> si deve accorgere da solo se lo sta usando nella modalità giusta, oppure no (ad esempio, i pezzi di un puzzle che si incastrano solo se abbinati nel modo corretto, o un gioco ad incastro di forme dove, se non metti la forma nel foro corretto, non entra, eccetera).

-       Il realismo: nella filosofia Montessoriana si prediligono giocattoli più realistici, e libri illustrati con fotografie reali invece che disegni stilizzati.

Alcuni esempi di giocattoli Montessoriani classici, utilizzati nelle scuole Montessoriane:

Sono ben evidenti le caratteristiche ricercate da Maria Montessori: materiali naturali, colori non eccessivi, semplicità, focus su una singola attività. Sono giocattoli “didattici”, che si pongono l’obiettivo di stimolare un bambino a imparare qualcosa di nuovo.

La scatola di permanenza dell’oggetto

Anelli impilabili

Puzzle ad incastro

Smistamento forme

Card di parole da associare

Libri realistici

Torre di cubi

Infine, sono caratteristici dell’educazione Montessoriana anche attività “fai da te” o di vita pratica, che presentino le caratteristiche ricercate: che siano semplici, che permettano al bambino di concentrarsi su una attività alla volta, e di imparare qualcosa. Ad esempio:

Scarpa da allacciare

Color matching

Gioco per imparare a versare fino alla linea

Raccogliere le foglie nel quadrato

Se avete tempo di organizzarle, su internet e sui libri dedicati trovate davvero migliaia di idee. Ad esempio...

Youtube:

(putroppo ne trovo di più in inglese, ma non serve conoscere la lingua, perchè basta guardare le immagini)

Pinterest: https://pin.it/701cSHNHx (Kengaro mum)

Instagram: https://www.instagram.com/reel/C_S9-7_Ju1-/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA== (ohhappyplayday)

https://www.instagram.com/reel/C7yR0Q0iFR0/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Libri: 


Montessori o Marketing?

Nei negozi fisici o online, come abbiamo visto, troviamo innumerevoli giocattoli che vengono etichettati come “Montessoriani”.

Ma sarà vero?

Vediamo alcuni esempi di Amazon:

Cubo di attività “Montessoriano”

Busy board (tavola di attività) “Montessoriana”

Questi giochi però appaiono molto caotici, coloratissimi, propongono multiple attività in una volta sola. Non rispecchiano quindi la filosofia montessoriana.

Questi, invece,si avvicinano di più; propongono una attività alla volta:

Questo puzzle di animali, secondo chi lo vende, sarebbe “Montessoriano”. Vedete però che è un po’ caotico, e scarsamente realistico.

Questo, invece, si avvicina di più:

Questo non significa che un giocattolo non Montessoriano “non vada bene”, ma è importante valutare con occhio critico quello che vediamo: che caratteristiche ha? Ha le caratteristiche che vogliano?

Senza farci influenzare nella scelta da semplici etichette che vediamo apposte, come “Montessoriano”, pensando in automatico che “se è Montessoriano, bè, allora andrà bene!

Dobbiamo valutare cosa effettivamente stiamo comprando, e se corrisponde effettivamente alle caratteristiche che desideriamo.

Montessori o altre filosofie?

Alcuni dei giochi in legno “alla moda” che troviamo nei negozi, e vediamo sui social media, a volte vengono erroneamente etichettati come “Montessoriani”, quando in realtà appartengono ad altre filosofie.

Un esempio, ne sono i giochi ispirati alla educazione “Waldorf” (ideata negli anni ’20 dal filosofo austriaco Rudolph Steiner). I giocattoli di questa filosofia hanno alcuni aspetti in comune con quelli Montessoriani, come la semplicità, la predilezione per il legno e i materiali naturali, l’assenza di sovra stimoli artificiali come luci, suoni, parti elettriche.

In questa filosofia, però, si pone l’enfasi su giochi che stimolino l’immaginazione e la fantasia, su un aspetto “fiabesco”, e sui colori arcobaleno.


Questi giocattoli sono tipicamente di tipo “open-ended”, che in italiano a volte viene tradotto con “destrutturati”.

“Open-ended” sono giochi che non hanno un solo modo “giusto” di essere usati, ma possono essere usati in svariati modi, lasciando spazio all’immaginazione dei bambini.

La filosofia Montessoriana invece si concentra più su aspetti pratici e didattici, nei suoi giocattoli, che sono spesso “close-ended” -> hanno uno scopo preciso, e un solo modo di essere usati. Ad esempio, come abbiamo visto, incastrare i pezzi di un puzzle, o imparare delle attività pratiche.

La filosofia Waldorf invece predilige i giochi “liberi” di immaginazione, e propone anche di usare oggetti naturali (sassi, legnetti…) come strumenti di gioco: ogni oggetto può diventare qualsiasi cosa che l’immaginazione del bambino possa sognare.

Alcuni esempi di classici giochi “open-ended”, della filosofia Waldorf:

L’arcobaleno in legno (può essere usato in mille modi, per fare diverse costruzioni, può diventare un ponte, una capanna dove vivono i personaggi, una pista per macchinine…)

Cubi di legno colorati da costruzioni

Teli colorati per travestirsi (possono diventare mantelli, abiti da principessa, bandiere di una nave pirata, tende sotto cui rifugiarsi, tappeti volanti…)

Bamboline semplicissime che possono diventare nel gioco qualsiasi personaggio

...

Ma quindi, questi giochi, non vanno bene, perché non sono Montessoriani?

No, assolutamente, anche questi giochi possono assolutamente essere proposti!

A me piacciono molto- non solo perché rendono qualsiasi area gioco molto graziosa esteticamente- ma proprio per la loro filosofia di utilizzo.

Anche se non sempre vengono facilmente scelti dai bambini, soprattutto se sono abituati a giocattoli tecnologici, giocattoli ricchi di luci e suoni, o con personaggi già noti dei cartoni animati… in generale, quindi, a giocattoli che catturano subito e facilmente l’attenzione, e che non richiedono da parte dei bambini un grande sforzo “immaginativo”.

Il vantaggio di questi giochi “open-ended”, però, è proprio questo: quello di stimolare il bambino a lavorare con la propria immaginazione, invece che rimanere passivo di fronte ad un cartone animato, o ad un gioco tecnologico che “fa già tutto da solo”.

Non mi sentirei di usare SOLO giochi di questo tipo, ma penso siano una bella aggiunta nel nostro “parco giocattoli”.

Non è necessario acquistare giocattoli costosi, comunque, per fare gioco di fantasia: al posto di drappi acquistati apposta, possiamo proporre vecchi vestiti, stracci e lenzuola; al posto di giocattoli in legno appositi, possiamo proporre oggetti della vita quotidiana: scatole per fare casette, cucchiai di legno per fare spade e bacchette magiche, eccetera…

Ricordo ancora la mia massima soddisfazione quando, da bambina, trasformai una vecchia scatola di cereali, in una piramide egizia. Non sarà stata bellissima, ma per me, era perfetta!

Gioco di finzione e gioco simbolico

Buona parte dei giochi che i bambini utilizzano, anche se non sono “open-ended”, possono rientrare nella categoria del “pretend play”, ovvero del gioco di finzione. “Faccio finta di…” che si sviluppa soprattutto dopo i 18 mesi, e si va via via sempre più complesso.

Ad esempio, una bambola da vestire (faccio finta di essere la mamma della bambola), un gruppo di barbie che si ritrovano e bere il tè, una fattoria di animali…

I giochi chiamati “open-ended” hanno questa stessa funzione, fanno quindi anch’essi parte del gioco di finzione, ma si differenziano in quanto non rappresentano un oggetto specifico.

Ad esempio: una bambola, una figurina di elefante, una nave pirata-> vengono usati come ciò che sono (come un bambino, come un elefante, come una nave), anche all’interno del gioco di fantasia e di finzione.

Invece, un pezzo di un arcobaleno di legno, può essere qualsiasi cosa: il tetto di una casa, una barca, una pista per biglie… Un pezzo di stoffa, può essere: un mantello, un abito da principessa, una tenda, un tappeto volante…

Nella terminologia psicologica e psicopedagogica, questo tipo di gioco è chiamato “gioco simbolico”-> ovvero, l’oggetto diventa un “simbolo”, rappresenta qualcosa che non è davvero. Il classico esempio che si trova sui libri è: il bambino che prende in mano una banana, e finge di parlare al telefono (più tipico del passato, perché la banana assomigliava effettivamente alla forma della cornetta dei vecchi telefoni).

In conclusione…

Queste riflessioni non servono tanto a dirci che giocattoli DOBBIAMO o NON DOBBIAMO comprare: tutti possono essere usati, ma con moderazione.

Ci possono però spingere a guardare i giocattoli, e l’area gioco dei nostri bambini, con occhi diversi: con una maggiore consapevolezza e progettualità, verso il tipo di giocattoli che gli vogliamo offrire, e verso come glieli vogliamo presentare.

Prima di informarmi su queste filosofie, pensavo che la presenza di enormi pile disordinate di giocattoli, per me esteticamente orrendi, rumorosi e plasticosi, fosse uno scotto inevitabile da pagare, per ogni casa abitata da bambini.

Giocattoli che, quando volevi “metterli a posto”, e farli finalmente sparire dalla vista, venivano lanciati alla rinfusa in enormi contenitori, che venivano poi nascosti dietro al divano (solo per essere poi nuovamente rovesciati, 5 minuti dopo).



Da quando ho scoperto queste filosofie, anche se ho potuto attuarle poco, la mia percezione è completamente cambiata.

Ho capito che l’accumulo sregolato, non era inevitabile, ma piuttosto un lascito del consumismo smisurato, e del marketing a cui siamo sottoposti.

Dopo aver dedicato più tempo allo studio dei giocattoli, dei tipi di gioco, e della filosofia Montessoriana, invece, ho iniziato a guardare i giocattoli in modo più consapevole.

Ho iniziato anche a percepire l’area gioco non come una discarica di plastica, ma come qualcosa che può essere anche esteticamente bello, interessante da progettare, ordinato e vivibile, sia per i bambini, che per gli adulti.

Un’area gioco ben organizzata, infatti, risulta più piacevole anche quando è vissuta, e non è stata appena riordinata: questo perché i giocattoli non sono eccessivi, sono gradevoli esteticamente, e rimetterli a posto è semplice.


E soprattutto, i giocattoli devono essere stimolanti per i bambini, e permetterli di aguzzare veramente il loro ingegno, e la loro fantasia.

Non devono lasciarli “passivi” di fronte a tonnellate di oggetti, o, peggio, spingerli ad abbandonare proprio i giocattoli, e finire sempre più spesso di fronte ad uno schermo, del telefono o della TV, incapaci di fare altro.

Ringraziandovi per l’attenzione dedicata a questa serie,

spero che in questi post, abbiate trovato degli spunti di riflessione interessanti, per organizzare la vostra casa e le vostre giornate.

E auguri a Maria: che 150 anni e passa dopo la sua nascita, ispira ancora il gioco dei bambini, in tutto il mondo.

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